LA PEDOFILIA NEL MONDO ECCLESIALE : Le situazioni riscontrate. I drammi. L’azione gerarchica.

Il dott. Carlo Mafera intervista lo storico della Chiesa prof. Pier Luigi Guiducci

Atti osceni, abusi sessuali su minori, violenze psicologiche, possesso di materiale pedo-pornografico, mancata adozione di provvedimenti a tutela della comunità locale, non collaborazione con l’autorità giudiziaria. Sotto inchiesta: cardinali, arcivescovi, vescovi, sacerdoti, religiosi, catechisti. Il mondo cattolico (ma anche ambienti non ecclesiali) ne rimane profondamente colpito. La situazione che emerge (con riferimento al solo periodo più recente) è significativa. Dal 2002 in poi (specie 2009-2010), si diffondono notizie dolorose. Il The Boston Globe (USA) comincia a pubblicare (dal gennaio 2002) resoconti di denunce, condanne, dimissioni, insabbiamenti di casi di pedofilia da parte di esponenti del clero cattolico. Il primo caso riguarda la condanna a dieci anni di carcere comminata a John J. Geoghan (nato nel 1935, strangolato in carcere nel 2003). Questo prete aveva violentato un bimbo di 10 anni. A Boston (Massachusetts), finiscono sotto accusa 89 sacerdoti. Sono rimossi dall’incarico più di 55 preti. Si arriva al coinvolgimento dell’allora Ordinario dell’arcidiocesi, il cardinale Bernard Francis Law (nato nel 1931). L’accusa: quella di aver permesso a diversi preti – indagati per abusi sessuali su minori – di continuare ad esercitare la propria opera in parrocchie non informate delle denunce pendenti su di loro. Law rassegna le dimissioni (13.12.2002). Si scusa pubblicamente. Consegna all’autorità giudiziaria un elenco con 90 nomi di sacerdoti responsabili di molestie a danno di minori. Il tribunale sequestra un elevato numero di documenti della Chiesa di Boston. Riaffiorano decenni di abusi sessuali da parte di sacerdoti.
Le indagini si estendono. L’arcidiocesi di Portland (Oregon), la diocesi di Tucson (Arizona) e quella di Spokane (Stato di Washington), per le richieste di risarcimento, avviano la procedura di bancarotta. Anche in Europa, la cronaca è tragica. Scandali in Irlanda, Austria, Italia, Belgio, Paesi Bassi, Germania, Svizzera, Spagna, Regno Unito e Malta. Benedetto XVI e Papa Francesco hanno rivolto parole durissime contro i preti pedofili, e hanno pure incontrato alcune vittime. Su tale delicatissima situazione, abbiamo rivolto una serie di domande allo storico della Chiesa prof. Pier Luigi Guiducci.

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D. Prof. Guiducci, iniziamo dalla pedofilia in sé. È una malattia?
La pedofilia – dal greco παις, παιδός [bambino] e φιλία [amicizia, affetto] – è inserita dal DSM 5 (manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali) tra le parafilie (disturbi del desiderio sessuale). Ci sono poi delle puntualizzazioni…

D. Quali?
L’attrazione sessuale – in qualche misura – verso i bambini non è sufficiente per la diagnosi di pedofilia.

D. Che significa?
Sono definiti pedofili solo quelle persone, ultra-16enni, per le quali i bambini o le bambine costituiscono l’oggetto sessuale preferenziale, o unico.

D. Il sintomo…
È costituito da un’intensa eccitazione sessuale manifestata da fantasie, impulsi sessuali, uso estensivo di materiale pedo-pornografico, e/o altri comportamenti ricorrenti (anche con coazione a ripetere).

D. Qual è l’orientamento degli psichiatri?
Il sintomo non deve essere accettato dal soggetto a livello cosciente in maniera “sintonica”, ma deve causare un disagio/dolore personale. In ambito sociale, famigliare o lavorativo deve essere reso manifesto con altri sintomi psicotici-nevrotici distinti dalla suddetta eccitazione. Il sintomo deve poi persistere in modo continuativo.

D. Dal punto di vista penale?
Il fatto che una malattia psichiatrica possa temporaneamente ridurre la capacità di intendere e di volere del pedofilo (la capacità di inibire la pulsione sessuale verso il minore), non esclude la responsabilità derivante dalla condotta omissiva e negligente per non avere intrapreso per tempo i trattamenti psichiatrici e farmacologici preventivi.

D. In USA è emersa una situazione molto grave…
Sì. È vero. Benedetto XVI ha fatto riferimento a “crimini enormi”. Ci fu un’emersione nel 1990. Nel giugno 2002 la Conferenza episcopale americana ha nominato una commissione indipendente (National Review Board) per indagare sul fenomeno degli abusi sessuali su minori perpetrati da ecclesiastici cattolici.
D. In Alaska…
Nel novembre del 2007 c’è stato un accordo extra-giudiziale tra la Compagnia di Gesù e 110 eschimesi. Motivo: abusi sessuali avvenuti in 15 villaggi Yupik (1959-1986). Risarcimento: 50 milioni di dollari. Sempre in Alaska, la diocesi di Fairbanks, ha dichiarato bancarotta (2008), in seguito al risarcimento di 150 vittime del clero (anni ’50 e ’80). In base alla normativa statunitense utilizzata (il “Chapter 11”), la diocesi è stata posta in una specie di commissariamento. Questo, provvede (se possibile) a pagare i debitori (che non possono poi esperire nuove azioni legali).

D. Boston, Los Angeles, Chicago …
Nell’arcidiocesi di Boston (Massachusetts), più di 200 sacerdoti (su 1500ca operanti nella Chiesa locale) sono stati accusati di abusi sessuali. Poiché il sistema giudiziario americano consente alle vittime di rivalersi economicamente sulle diocesi, quest’ultime (in gran parte) hanno preferito farsi risarcire dalle diocesi anziché far condannare penalmente i responsabili (con forte indebitamento dell’arcidiocesi).
A Los Angeles (California) sono state registrate 508 vittime. 113 i preti coinvolti. Nel 2007 si è giunti ad un accordo extra-giudiziario. È stata versata la cifra di 660 milioni di dollari per risarcimenti. È seguito, poi, un secondo risarcimento.
Nell’agosto 2008 l’arcidiocesi di Chicago (Illinois) ha patteggiato un risarcimento di 12,6 milioni di dollari per abusi sessuali commessi da 10 sacerdoti (15 vittime). Era stato già versato un primo risarcimento. Adesso è in corso il terzo.

D. Trenton, Milwaukee…
La diocesi di Trenton (New Jersey) è stata coinvolta per quanto venne commesso da un sacerdote (Ronald Becker. Abusò di cinque chierichetti e della propria nipote. Questo prete operò in più parrocchie (1979-1989). Fu rimosso nel 2002. Nel 2009 e nel 2011 la diocesi ha accettato di pagare 1,3 milioni di dollari alle vittime degli abusi di Becker per porre fine a due diversi processi. L’arcidiocesi di Milwaukee (Wisconsin), è stata costretta alla bancarotta per i risarcimenti da erogare.

D. Vediamo la situazione in altri Paesi. In Australia…
Sono stati registrati 107 casi di condanne di sacerdoti o religiosi per abusi sessuali su minori. Altri processi in corso…

D. In Brasile…
Circa 1700 preti sono stati coinvolti in indagini relative anche a violenze e ad abusi su minori.

D. In Irlanda è stata individuata una situazione molto grave…
Sì. Nel 1994 emerse lo scandalo legato a un sacerdote nord-irlandese (Brendan Smyth; 1927-1997). L’accusa: abusi su minori in oltre 40 anni di attività pastorale a Belfast, Dublino e anche in USA. Fu arrestato e processato a Belfast (corte britannica). Morì in carcere (1997). All’inizio, fu condannato per 17 casi accertati di abusi su minore. Mentre era detenuto, emersero a Dublino sue responsabilità in ulteriori 74 casi. Nel 2006, una commissione indipendente di inchiesta (presieduta dal magistrato Yvonne Murphy), chiese dettagli al Vaticano circa i rapporti sugli abusi inviati dal 1975 al 2004 alla Santa Sede dall’arcidiocesi di Dublino. Una seconda richiesta di informazioni e documenti venne avanzata nel febbraio 2007 al nunzio apostolico a Dublino. Si chiese poi alla Santa Sede di ricevere un commento al rapporto finale della commissione. Non constatando risposte di merito, i media segnalarono un ostruzionismo dei vertici cattolici.
Nel 2010, Benedetto XVI ha ricevuto in Vaticano i vescovi irlandesi (febbraio). Poi, ha reso pubblica una durissima lettera ai cattolici d’Irlanda. Punti-chiave sono stati: collaborare con le autorità civili, e denunciare la pseudo-cultura del segreto. Sono seguite le dimissioni del vescovo John Magee (nato nel 1936), di monsignor James Moriarty, vescovo di Kildare e Leighlin, e di altri.

D. Problemi anche in Germania…
Sì. L’avvocato Ursula Raue, incaricata dalle autorità ecclesiastiche di far luce sui casi di abusi sessuali commessi da preti, ha contato nel suo rapporto (2010) almeno 205 minori abusati in scuole gestite dai gesuiti tedeschi (es. il ginnasio “Canisius” di Berlino). Una stima, ha ammesso, prudenziale. Nel rapporto vengono considerati altri 50 casi di abusi che riguardano non i gesuiti, ma altre istituzioni per la maggior parte cattoliche. Tra i gesuiti, 12 religiosi sono accusati di abusi, di cui sei già deceduti. Pendono accuse simili su altre 32 persone tra educatori e insegnanti in strutture cattoliche. Secondo l’avvocato Raue, i responsabili degli abusi, avvenuti tra gli anni ’70 e ’80, sono stati coperti dai responsabili delle scuole. Il responsabile dei gesuiti tedeschi, Stefan Dartmann, ha chiesto scusa alle vittime, spiegando che il risultato dell’inchiesta della signora Raue ha fatto emergere una realtà scandalosa, che ha coperto di vergogna e disonore l’Ordine.
Nel marzo del 2010 sono riemerse storie di abusi sessuali nell’ambiente del coro delle voci bianche del duomo di Ratisbona (periodo: 1958-1973). Il vescovo Gerhard Ludwig Müller (nato nel 1947; oggi cardinale) ha incoraggiato le vittime a segnalare le violenze subìte. La Conferenza episcopale tedesca ha incaricato il vescovo di Treviri (mons. Stephan Ackermann), di aprire una sistematica inchiesta nei ranghi della Chiesa stessa e delle scuole religiose per fare luce con tolleranza zero su ogni caso di abuso e molestia sessuale. Sono in corso nuove indagini.

D. Situazione difficile in Belgio…
Sì. Una commissione ha redatto (2010) un rapporto riguardante almeno 475 casi di abusi sessuali compiuti su bambini da membri del clero e su 19 tentativi di suicidio da parte delle vittime degli abusi, 13 dei quali tragicamente riusciti. Questa commissione si è poi sciolta dopo gli interventi della polizia belga (perquisizioni nelle sedi episcopali del Paese).

D. Venne fermata la stessa Conferenza episcopale…
Sì. Nel 2010, mentre erano in corso le perquisizioni nell’arcivescovado di Malines (azione dichiarata in seguito illegale), i gendarmi non fecero uscire per alcune ore da una stanza della cattedrale l’intera Conferenza episcopale belga. Furono pure scoperchiate le tombe di due ex-arcivescovi di Bruxelles. L’ex-presidente dell’episcopato belga, Godfried Danneels (nato nel 1933), fu interrogato per oltre dieci ore. Perquisirono la sua dimora. Gli sequestrarono il computer. Sempre nel 2010, il vescovo di Bruges (Roger Joseph Vangheluwe; nato nel 1936) è stato costretto a dimettersi per aver abusato di suo nipote.

Olanda…
Grazie a 1.795 segnalazioni, individuati 800 responsabili di violenze (dal 1945 al 2010), tra sacerdoti e laici. Di questi, 105 sono ancora vivi. Sono i risultati dell’indagine promossa dalla Commissione d’inchiesta istituita il 24 agosto del 2010 dalla Corte internazionale dell’Aia. Nel febbraio 2011, il cardinale Adrianus Simonis (nato nel 1931), già presidente della Conferenza episcopale dei Paesi Bassiperò, è stato accusato di aver coperto un prete pedofilo mentre era arcivescovo. Il prete, il cui nome non è stato reso noto, abusò di Erwin Meester mentre era in servizio in una parrocchia di Zoetermeer. Simonis, pur sapendo dell’accusa, ritenne che il prete fosse cambiato, e lo spostò in una parrocchia ad Amersfoort. Sui precedenti del prete non informò nessuno. Il sacerdote fu responsabile di altri abusi (secondo la polizia sei delle sue vittime hanno poi denunciato abusi avvenuti tra il 1987 e il 2008). Quando l’episodio è venuto alla luce, Simonis ha affermato di essere a conoscenza dei precedenti del prete, ma aveva giudicato sufficienti la terapia e le prescrizioni psicologiche. Ha anche affermato che non aveva avuto nessuna informazione dalla nuova parrocchia riguardo ai nuovi abusi.

Francia…
Nel 2000 è stato condannato a 18 anni di carcere (tribunale di Bayeux) un sacerdote (René Bissey) che tra il 1989 e il 1996 aveva compiuto abusi sessuali su minori. Anche il suo vescovo (mons. Pierre Pican; nato nel 1935), fu condannato a tre mesi di carcere con la condizionale, per aver rifiutato di denunciare alla magistratura il sacerdote della sua diocesi, nonostante fosse a conoscenza da molti anni della sua condotta immorale e non fosse mai intervenuto per fermarla.

D. E a Malta?
Nell’aprile del 2010 la Chiesa di Malta ha dichiarato che 45 sacerdoti erano sotto accusa per abusi sessuali su minori. In seguito si constatò che 19 casi erano senza fondamento.

D. Arriviamo in Italia…
L’11 luglio 2005 arrestano don Pierangelo Bertagna. Si tratta dell’ex-responsabile dell’abbazia di Farneta (comune di Cortona; AR). Lo aveva denunciato un 13enne. Confessa 38 violenze. Condannato a 8 anni (in I° grado, e in appello). La Cassazione diminuisce la pena di qualche mese per l’avvenuta prescrizione di alcuni dei fatti di molestia.
A Firenze, l’ex-priore della parrocchia Regina della pace di Firenze, don Lelio Cantini, 85 anni, viene accusato nel 2004 da una ventina di fedeli (in seguito, pure da alcuni sacerdoti) di violenze sessuali, psicologiche e plagio con una missiva inviata alla Curia. di Firenze. Lo scandalo esplode. Il card. Ennio Antonelli (nato nel 1936) dichiara (aprile 2007) che don Cantini è colpevole di abusi sessuali avvenuti dal 1973 al 1987. Nel marzo 2008 si apre anche un’inchiesta penale. Cantini è ridotto allo stato laicale.

D. Nella diocesi di Roma?
Sono diversi i casi. Ne ricordo alcuni. Nel 1999 è condannato l’ex-parroco della chiesa di San Filippo Neri (al confine tra Boccea e Primavalle), don Patrizio Poggi (8 anni, poi ridotti a 5). Nel 2008, sentenza duramente sfavorevole a don Ruggero Conti. Ex-parroco della chiesa di Selva Candida. Dal 2001 si era reso responsabile di abusi sessuali nei confronti di 7 minori. Durante gli interrogatori, ha confessato di aver abusato di vari bambini in più parti d’Italia (anche prima dell’ordinazione sacerdotale). Nel 2015 la Cassazione ha confermato la condanna a 14 anni di reclusione. Arresti di preti anche presso la Stazione Termini (2015).

D. Altre realtà in Italia?
Un sacerdote di cinquant’anni (don Camillo Sessa, originario di Agrigento) è stato fermato e arrestato a Napoli, dal nucleo tutela minori della polizia municipale. Era intento a palpeggiare un ragazzo all’interno di un Internet point. L’arcivescovo di Cosenza-Bisignano (mons. Salvatore Nunnari; nato nel 1939) ha emesso (2015) il decreto di sospensione a divinis e di esonero dalle funzioni e dalle attività sacerdotali (per competenza). Sempre a Napoli, sono in corso accertamenti per altri casi.
Nell’arcidiocesi di Agrigento, Marco Marchese (ex-seminarista; minorenne all’epoca dei fatti), ha denunciato abusi indicando un colpevole: il parroco don Bruno Puleo. Quest’ultimo ha chiesto il patteggiamento (dichiarandosi colpevole). È stato condannato. Un certo scalpore si è poi avuto per un episodio successivo. La Curia ha chiesto alla vittima un indennizzo di 200.000 euro…

D. Perché?
Quale risarcimento per il “danno” arrecato dalle accuse all’immagine dalla Chiesa di Agrigento. La richiesta è stata in seguito ritirata (grazie anche all’intervento della trasmissione televisiva Mi manda Raitre).

Prof. Guiducci, c’è stato anche un processo in Vaticano…
Sì. Nel 2014, il nunzio apostolico mons. Jozef Wesolowski (1948-2015) venne sorpreso a Santo Domingo in una zona di prostituzione minorile. Questo arcivescovo polacco fu destituito e richiamato a Roma. Un motu proprio di Papa Francesco (2014), estese la competenza del tribunale vaticano anche ai diplomatici vaticani, segno della disponibilità della Santa Sede a collaborare con altre autorità giudiziarie. Dalle indagini, emerse che il nunzio custodiva oltre centomila file con foto e filmini pornografici. Jozef Wesolowski fu posto agli arresti domiciliari nel palazzo del tribunale in piazza Santa Marta (vi hanno sede la Gendarmeria e il Collegio dei Penitenzieri). Le accuse per le quali doveva essere processato erano: detenzione di materiale pedo-pornografico, abusi sessuali su minori, ricettazione (per aver acquistato o ricevuto il materiale pedo-pornografico), lesioni gravi (per il perturbamento mentale provocato agli adolescenti), e condotta che offende la religione e la morale cristiana. L’11 luglio 2015 il processo (con un collegio giudicante composto da soli laici) viene sospeso per un malore dell’imputato. Il procedimento si è poi fermato per la morte improvvisa di Wesolowski (27 agosto 2015).

D. Prof. Guiducci, risulta anche una pedofilia al femminile…
Sì. Nel 2008, è stata condannata una suora (Norma Giannini) a 11 anni di prigione per pedofilia. Dal 1964 era direttrice di una scuola media cattolica presso Milwaukee. In Italia, l’artista altoatesino Peter Paul Pedevilla (in arte Peter Verwunderlich), ospite da bambino a Merano dell’Opera Serafica (retta all’epoca dalle Suore Terziarie), ha dichiarato (2010) di aver subito maltrattamenti e violenze sessuali nel 1965, ad opera di una suora. La comunità religiosa femminile ha presentato le sue scuse e ha offerto un risarcimento.

D. In tale contesto, le azioni legali si sono dimostrate valide?
Certamente hanno avuto il grande merito di consentire delle indagini. Esistono, poi, delle considerazioni…

D. Quali?
In linea generale, i procedimenti legali avvengono dopo un non breve periodo dai fatti. In più casi, le vittime cercano un risarcimento.

D. Esistono, comunque, delle dinamiche che si sono ripetute nel tempo?
Sì. Alcune si sono ripetute.
1] Molte vittime non hanno rivelano l’abuso subìto. È comprensibile. C’è imbarazzo, pudore (considerando la natura sessuale dello scandalo). Inoltre, avvertono un non appoggio negli ambienti ove vivono.
2] In molteplici casi, gli autori di abusi hanno indotto le vittime a mantenere il segreto. Vengono usate più tecniche di pressione. In genere, si tratta di argomenti psicologici (i duri rimproveri che arriverebbero in famiglia, la possibilità di essere allontanati da casa, di essere condotti in un orfanotrofio…), di minacce. Oppure, vengono utilizzati doni e trattamenti di favore.
3] A volte, chi abusa, si difende incolpando la vittima di atteggiamenti equivoci…

D. Quindi l’azione legale diventa l’ultimo tentativo per uscire da una situazione stagnante…
Sì. Come affermazione del sé (uscendo da passività e paura), e per far emergere la verità dei fatti. Inoltre, il risarcimento economico è importante per la vittima per affrontare vari costi (terapie, disintossicazione, nuovi iter educativi o lavorativi).

D. Nel contesto considerato, le critiche agli ecclesiastici sono state durissime…
Sì. Hanno riguardato:
1] quei vescovi che, pur a conoscenza degli abusi, hanno trasferito i preti invece di rimuoverli;
2] chi non ha ascoltato le vittime e si è fatto manipolare dagli aggressori che mentivano;
3] l’aver “sottostimato” gli abusi nella propria diocesi;
4] la convinzione che taluni pedofili potevano essere curati, e che non rappresentavano più un rischio;
5]un senso “malinteso” del “perdono” per i colpevoli;
6]la “formazione insufficiente dei sacerdoti”, anche sulla sessualità; e l’aver ignorato segnali d’allarme.

D. Davanti a realtà così drammatiche come ha reagito la Chiesa?
Evidentemente, è necessario distinguere i diversi livelli d’intervento.

D. Iniziamo da quello apicale…
Nella Chiesa cattolica la repressione dei crimini contro sacramenti e contro la morale, tra cui la pedofilia, è regolata dalla Lettera Apostolica De Delictis Gravioribus (“Circa i delitti più gravi”), che ha sostituito nel 2001 la Crimen sollicitationis (crimine di “provocazione” o “adescamento”) dopo la riforma del codice di diritto canonico.

D. Punti qualificanti della Lettera Apostolica?
Sono i seguenti.
-I vescovi devono segnalare immediatamente alla Congregazione per la Dottrina della Fede i casi fondatamente sospetti.
-La Congregazione si riserva di prescrivere caso per caso ulteriori accertamenti da parte dei tribunali diocesani.
-Al termine del processo di primo grado i vescovi devono fornire una documentazione completa al Vaticano, anche se non ci fosse alcuna richiesta d’appello.
-La Congregazione rinuncia a riservarsi il giudizio in seconda istanza per i diritti contro la morale previsti dalla Crimen sollicitationis, tranne che per gli “atti contro il Sesto Comandamento del Decalogo commessi da un membro del clero con un minore di anni 18” (prima la minore età terminava a 16 anni).
In tal caso i termini per la prescrizione canonica sono stabiliti in 10 anni dal raggiungimento della maggiore età del minore e non 10 anni dal crimine.

D. Nelle singole diocesi…
È previsto l’insediamento nella diocesi interessata di un tribunale ad hoc presieduto dal vescovo e composto di soli sacerdoti esperti di diritto canonico (non di avvocati rotali laici). Le sedute sono a porte chiuse e gli atti del processo secretati, data la natura infamante delle accuse. L’eventuale verdetto di condanna, però, è ampiamente diffuso per consentire l’implementazione delle pene (sospensione a divinis, scomunica, ecc.). Il secondo grado di appello è presso la Congregazione per la dottrina della fede a Roma. Il tribunale ecclesiastico, data la sua natura e finalità, non ha autorità per chiedere al colpevole di costituirsi presso le autorità civili e subire anche un processo da parte dello Stato, né a membri del tribunale o a testimoni oculari di denunciare il fatto.

D. Altri interventi?
Il 16 maggio del 2011 la Congregazione per la dottrina della fede ha pubblicato una Lettera per le Conferenze Episcopali. L’intento è stato quello di facilitare nei singoli Paesi la preparazione di Linee guida per il trattamento dei casi di abuso sessuale nei confronti di minori da parte di sacerdoti.

D. Concretamente, che si chiede ai vescovi?
1] prestare attenzione alla formazione dei seminaristi e dei sacerdoti appena ordinati;
2] promuovere ambienti sicuri per i minori;
3] incontrare ed ascoltare le vittime di abusi sessuali;
4] informare la Santa Sede;
4] cooperare con le autorità civili.

D. Come possiamo concludere questa intervista “difficile”?
Alcuni punti mi sembrano utili da memorizzare.
1] La pedofilia di cui abbiamo trattato si affronta a livello preventivo. Nei seminari è fondamentale un monitoraggio.
2] Quando scoppia un caso di pedofilia collegato a sacerdoti occorre procedere con cautela. In taluni casi le accuse si sono rivelate prive di fondamento.
3] Nelle indagini, in più casi, possono emergere difficoltà legate alla posizione di fedeli che si tirano indietro perché non vogliono essere chiamati a testimoniare.
4] Si è cercato in più diocesi di promuovere centri terapeutici (es. Trento e Verbania).
5] Ogni vescovo sa come comportarsi: commissione d’inchiesta (con valorizzazione anche di specialisti laici).
Se emergono elementi evidenti: particolare premura verso le vittime.
Verso i pedofili: annullamento di ogni incarico; intervento spirituale e terapeutico; sospensione “a divinis”; riduzione allo stato laicale.
6] Le diocesi devono sempre collaborare con l’autorità giudiziaria.

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