Il laboratorio di ballo popolare del CCP ha festeggiato l’arrivo del Natale 2018

Ecco un posto, il CCP Tufello, dove chi scrive ha incontrato amicizia, gioia, condivisione di cultura, di uno sguardo o di un sorriso che non fosse quello mediato da quel maledetto smartphone che ci sta uccidendo, con i suoi messaggi impersonali, con le sue faccine, frutto di una pigrizia demoniaca, quella che ci impedisce di usare le corde vocali, i globi oculari che forse un giorno si atrofizzeranno a furia di non usarli. Forse Giovanni XXIII avrebbe detto non “fate una carezza ai vostri bambini” ma “fate una telefonata, usate la voce, guardate negli occhi gli altri perchè il miglior display è il volto dell’altro”. Ieri 19 dicembre anche il laboratorio di ballo popolare ha festeggiato la sua festa prima delle feste ballando tarantelle e mangiando insieme leccornie preparate dalle partecipanti al corso.

Che dire? Solo questo ….

Il CCP è un fiore nel deserto di un quartiere dove non c’è nulla, nessuno spazio per socializzare perchè le nostre città sono costruite perchè prevalga il Dio Mattone e  cioè il Dio Denaro. Tutto deve essere quantificato, anche il posto del motorino. Si vive per conquistare qualche centimetro quadrato in più per posteggiare la nostra smart. Ma non pensiamo ad un posto per posteggiare la nostra anima, il nostro cuore e costruiamo solo mattoni e cemento. Costruiamo l’ultimo modello di smartphone per comunicare virtualmente con le faccine perchè non abbiamo più il coraggio di incontrare il tono di voce dell’altro e soprattutto il suo sguardo. E’ una sorta di vigliaccheria universale che ci ha presi alla testa.  Il rimedio? Sono questi centri come quello del CCP Tufello dove ci si conosce nel tempo e nello spazio. Questi, diceva, il buon Kant, sono le necessarie premesse per conoscere il mondo intorno a noi. Senza tempo, senza frequenza non ci si conosce come diceva Saint- Exupery …. è il tempo che avrai dedicato alla rosa che renderà tua la rosa. E poi lo spazio, ci vuole uno spazio, sia pure piccolo per poter realizzare qualcosa. Il territorio è indispensabile per esprimere la cultura. E in tutto questo, in questa serata c’era Peter Pan che da fuori ci spiava per invidiare il nostro Puer Aeternus più grande del suo!!!

Carlo Mafera

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